La nascita della Corte d’Appello
di Roma si deve far risalire all’epoca napoleonica. Dopo l’occupazione
francese di Roma (il 2 feb. 1808), il 16 mag. 1809 Napoleone firmò
il decreto che faceva di Roma e degli Stati romani una porzione dell'Impero
ed 17 mag. 1809 istituì una Consulta straordinaria per gli Stati
romani, organo straordinario di governo. Con decreto del 17 giu. 1809,
essa soppresse tutte le magistrature dello Stato ecclesiastico ed introdusse
l’ordinamento giudiziario francese. Era così istituita in
Roma la Corte d'Appello, composta da un Primo Presidente, un Presidente
e ventidue giudici, divisi in due sezioni (Camere), sei uditori, un Procuratore
generale Imperiale e un Sostituto. Essa era competente sui ricorsi civili
nei confronti dei Tribunali di prima istanza e dei Tribunali di Commercio
del neo-costituito Dipartimento del Tevere (poi “di Roma”).
La Corte d’Appello si installò in Campidoglio il 14 ago.
1809. Come Primo Presidente fu nominato Vincenzo Bartolucci.
La Corte d'Appello di Roma, come massimo organo giudiziario dei Dipartimenti
degli Stati romani, ebbe altresì funzioni disciplinari e di controllo
su tutta l'organizzazione giudiziaria.
Essa cessò le sue funzioni il 17 agosto 1811: il 20 agosto 1811
con l’ entrata in vigore dei nuovi codici e della nuova organizzazione
giudiziaria, fu insediata la Corte imperiale di Roma.
Per quanto riguarda la giustizia penale, a Roma (capoluogo del Dipartimento
del Tevere) fu istituita una Corte di giustizia criminale, che si installò
nella sede dell'ex Tribunale del Governatore, a Palazzo Madama. Essa era
composta da un Presidente, sette giudici, un Procuratore Generale Imperiale
ed un Cancelliere e giudicava oltre che i " delitti che importa[va]no
pena afflittiva o infamante”, le “appellazioni de' giudicati
emanati in polizia correzionale" (art. 6 decr. 21 lug. 1809).
La Corte di Giustizia Criminale fu presieduta da Tommaso Lamberti, figura
di primo piano del giacobinismo romano. Ebbe la prima udienza il 4 ott.
1809 e nel biennio 1809-1810 tenne 66 processi di appello.
Con la legge 20 aprile 1810, il sistema giudiziario ebbe una generale
ristrutturazione: le Corti d'Appello assunsero la denominazione di Corti
imperiali. La Corte imperiale di Roma, per decreto del 21 set. 1810, si
stabilì che sarebbe stata composta da un Primo Presidente, trenta
consiglieri, quattro presidenti di Camera, sei Consiglieri uditori, un
Cancelliere in capo. La Procura era formata da un Procuratore Generale,
tre sostituti, tre avvocati generali. Le nomine furono decise con decreto
del 14 lug. 1811. Si installò in Campidoglio con solenne cerimonia
il 20 ago. 1811. Era divisa in sei Camere (cioè sezioni), di cui
due per gli appelli civili e una "Camera d'appello correzionale".
Con la Restaurazione, si tornò alla frammentazione giurisdizionale
dell’antico regime. Con il motu proprio di Pio VII del 6 lug. 1816,
come tribunali d'appello (in materia civile) furono istituiti in Roma
il Tribunale dell'Auditor Camerae e il Tribunale della Rota. In materia
penale era corte d'appello il Tribunale del Governatore di Roma. L'organizzazione
giudiziaria del restaurato Stato pontificio fu confermata dal Regolamento
legislativo e giudiziario per gli affari civili del 10 nov. 1834 (Parte
II: Dell'ordinamento giudiziario), che delegò anche al Tribunale
criminale della Sacra Consulta l'appello avverso le sentenze di pena capitale
decise dai tribunali di Roma. Con il motu proprio del 22 giu. 1847, il
tribunale del Governatore prendeva il nome di Tribunale criminale di Roma,
mentre il tribunale dell'Auditor Camerae era denominato Tribunale civile
di Roma (risiedeva nella Curia innocenziana, cioè nell’attuale
Palazzo di Montecitorio). Nella stessa occasione, il Tribunale della Sacra
Consulta diventò supremo tribunale d'appello in materia penale.
Definitivamente cessata la sovranità temporale della Sede apostolica
sulla città di Roma, l'ordinamento giudiziario italiano (legge
6 dic. 1865, n. 2626) fu esteso alla provincia romana con il r.d. 27 nov.
1870, n. 6030. Quindi, l'approvazione della circoscrizione territoriale
giudiziaria dell'ex Stato pontificio (r.d. 3 dicembre 1870, n. 6061),
rese Roma capoluogo di Distretto di Corte d’Appello, con competenza
sui Tribunali civili e correzionali di Civitavecchia, Frosinone, Roma,
Velletri e Viterbo.
Dal I luglio 1923 al 30 aprile 1945 la Corte di Appello di Roma ha avuto una sede distaccata in Perugia (rr. dd. 24 marzo 1923, nn. 601
e 602; d. l. lgt. 14 marzo 1945, n. 83).
(Ricerca curata dal dott. Giampiero Brunelli della Biblioteca Centrale
Giuridica)
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