Quando si spengono i termosifoni? Stiamo per dire addio al riscaldamento: le date esatte per ogni zona d’Italia
L’inverno, apparentemente, è quel periodo dell’anno che sembra non avere fine. Il sole che fa capolino per solamente qualche ora, le giornate sempre più corte e le temperature che, dal mattino alla sera, ci costringono a tenere costantemente accesi i termosifoni.
Senza i riscaldamenti, d’altro canto, molte delle stanze delle nostre abitazioni sarebbero tutt’altro che vivibili, specie quelle esposte al nord. Accendere il riscaldamento, per quanto quest’ultimo comporti una spesa tutt’altro che da sottovalutare in termini di denaro, è la prassi.
Ora che la primavera è entrata nel vivo, e che vige nuovamente l’ora legale, la funzionalità dei riscaldamenti è pressoché nulla. Le temperature più elevate, unite alla maggiore disponibilità di ore di sole, li rendono a dir poco superflui. Sta per arrivare, in tutta Italia, il momento di dire definitivamente addio ai termosifoni.
Alle zone del Bel Paese in cui viviamo corrispondono distinte fasce climatiche. Ecco perché le tempistiche di spegnimento dei termosifoni variano da regione a regione. In particolare, l’accensione e lo spegnimento del riscaldamento sono regolati dal Dpr numero 412 del 1993, il cui fine è quello di contenere i consumi e ridurre l’impatto ambientale.
L’Italia, nella fattispecie, è suddivisa in sei zone climatiche, indicate con lettere che vanno dalla A alla F. Tali fasce si basano sulla temperatura media annua delle varie località, espressa in gradi-giorno: la differenza, cioè, tra la temperatura interna dell’edificio (i convenzionali 20 °C) e quella media esterna.
Più il valore del grado-giorno sarà alto, più sarà lungo il periodo in cui ci viene concesso di tener accesi i riscaldamenti. Ora che abbiamo compreso come funzioni la suddivisione in fasce climatiche, perlomeno a livello italiano, andiamo a scoprire quali sono.
La zona A è quella dei climi più caldi: Lampedusa, Linosa e Porto Empedocle. In questa zona, i termosifoni si accendono il primo dicembre e si spengono il 15 marzo. La zona B include 157 comuni, tra cui le città di Reggio Calabria, Crotone, Trapani, Siracusa, Palermo, Messina, Catania e Agrigento. Qui, i termosifoni si spengono il 31 marzo.
La zona C, comprendente 989 comuni tra cui Napoli, Salerno, Bari, Lecce, Taranto, Cagliari, Oristano e Sassari, vede i termosifoni attivi nel periodo tra 15 novembre e 31 marzo. La zona D include invece località come Roma, Firenze, Genova, Ancona, Pescara e molte altre città (1.611), con riscaldamento acceso dal primo novembre fino al 15 aprile.
Nella zona E, in cui sono compresi i comuni di Milano, Torino, Venezia, Bologna, Perugia (in totale 4.271), i termosifoni possono essere accesi a partire dal 15 ottobre e fino al 15 aprile. Infine, la zona F include quelle località in cui i termosifoni possono essere accesi tutto l’anno: 1.071 in totale.
Quali sono le città nelle quali non vige alcuna limitazione per quanto concerne il riscaldamento? Ovviamente, tutti quei comuni caratterizzati da inverni rigidi ed estati fresche. Comuni, pertanto, situati in aree montane, come quelli delle province di Cuneo, Belluno, Trento, Bolzano e altre.
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